La Napoli che cambia, la Napoli che non cambia mai.
31 Dicembre 1999:
in strada la 'munnezza', in cielo il sole che batte e un militare torna dai Balcani, malato, in cerca di affetto e sostegno dai propri fratelli.
Tre fratelli diversi, poco fratelli in tutto, compresi i ricordi,
come se il sole avesse liquefatto il sangue che li lega.
Tre fratelli che non si vedono da anni...
31 Dicembre 1999:
in strada la 'munnezza', in cielo il sole che batte e un militare torna dai Balcani, malato, in cerca di affetto e sostegno dai propri fratelli.
Tre fratelli diversi, poco fratelli in tutto, compresi i ricordi,
come se il sole avesse liquefatto il sangue che li lega.
Tre fratelli che non si vedono da anni...
Dopo il debutto del 2004 e il ridebutto del 2007, torna in scena lo spettacolo che racconta di un trentenne che fa soldi con i rifiuti tossici, di un fratello giornalista pronto a fare uno scoop sullo stesso argomento e di un venticinquenne che, per mancanza di lavoro, si arruola nell’esercito italiano e resta vittima di un tumore causato dal cosiddetto ‘uranio impoverito’.
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Storia familiare in cui la diversità dei personaggi è lo sfondo sul quale si basano spesso le relazioni familiari nella vita; persone che non solo non si assomigliano per niente, ma che non si trovano neppure lontanamente simpatiche.
E allo stesso tempo, una fratellanza che sprizza appartenenza alla città,
alla Napoli dai tanti volti, che racconta di momenti significativi del suo humus
e della sua storia più recente.
Una fratellanza di esseri in cattività coatta.
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Passano gli anni, cambiano gli interpreti.
Per questo ritorno in scena di un testo all’epoca in grande anticipo sui tempi e ora, purtroppo, non ancora… in ritardo, la scelta è caduta su tre ex-allievi della scuola del Theatre De Poche, tre attori di cui sentiremo parlare nei prossimi anni.
Soprattutto tre interpreti che, non assomigliandosi per niente, incarnano nel modo migliore possibile la particolare ‘fratellanza’ di cui racconta questo lavoro.
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Storia familiare in cui la diversità dei personaggi è lo sfondo sul quale si basano spesso le relazioni familiari nella vita; persone che non solo non si assomigliano per niente, ma che non si trovano neppure lontanamente simpatiche.
E allo stesso tempo, una fratellanza che sprizza appartenenza alla città,
alla Napoli dai tanti volti, che racconta di momenti significativi del suo humus
e della sua storia più recente.
Una fratellanza di esseri in cattività coatta.
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Passano gli anni, cambiano gli interpreti.
Per questo ritorno in scena di un testo all’epoca in grande anticipo sui tempi e ora, purtroppo, non ancora… in ritardo, la scelta è caduta su tre ex-allievi della scuola del Theatre De Poche, tre attori di cui sentiremo parlare nei prossimi anni.
Soprattutto tre interpreti che, non assomigliandosi per niente, incarnano nel modo migliore possibile la particolare ‘fratellanza’ di cui racconta questo lavoro.
Dietro le quinte